Il tarlo della corrosione

          Prima di salutarvi per le vacanze e aspettarvi a settembre con nuovi articoli e approfondimenti sulla conservazione e il restauro degli Statuti di Sant'Agata, vi lascio con un post divertente ed ironico nel quale si parla di danni ai libri provocati da insetti e roditori.

        Per farlo, mi servirò della 'voce' di poeti latini e greci che già nell'Antichità lamentavano con i loro epigrammi come non fosse del tutto vero che scripta manent, dal momento che papiro e pergamena erano frequentemente attaccati da insetti carticoli che ne minacciavano il loro destino.

         Nell'antichità come ai giorni nostri, tarli e altri simili animali furono simbolo diffuso dell'azione devastatrice e inarrestabile del tempo, così come ci hanno tramandato celebri poeti nei loro componimenti:

"Le lettere mi hanno nutrito, ma cosa sia una lettera io nemmeno lo so;
ho vissuto tra i libri, ma non per questo sono più dedito allo studio;
mi son cibato delle Muse, ma pure, finora, non ne ho tratto giovamento." *

"Tu, proprio tu, sconsiderato, non hai forse l'abitudine di rosicchiare avidamente le mie carte e i miei teneri libri?
Non a morsi né col palato si divora un libro, ma con l'intelletto, e la scrittura non si gusta con i denti, ma con l'ingegno" **

"Pedanti genie di grammatici che scavate alla radice la musa altrui,
infauste tignole che procedete per luoghi spinosi,
macchie dei grandi, glorificatori d'Erinna,
amari e secchi cagnolini di Callimaco, pesti di poeti, tenebre per i giovani principianti,
andate alla malora, cimici che mordete di nascosto versi armoniosi" ***


"[Libro], quando passato di mano in mano,
comincerai a gualcirti,
queste le probabilità: 
venir roso stupidamente dalle tarme,
in un silenzio di tomba [...]" ****


"Se è destino, o papiro, che tu patisca tigne e carie, comincia già ora a perire sotto i miei versicoli.
- Preferisco le tigne.
Sei saggio, tormentato libretto, ché preferisci subire il male minore." *****

"Se non mi affidi libretti scelti,
lascerò entrare tarli e truci scarafaggi" ******


Concludiamo con un breve racconto di un autore moderno che descrive con affetto e ironia il rapporto che si crea tra scrittore e roditore, topos letterario latino per antonomasia: 
"Tutte le volte che alla luce di una lampada scrivo la mia pagina quotidiana, sento un fruscio leggero. Mi fermo, e il fruscio cessa.
Appena gratto sulla pagina, il fruscio ricomincia. 
E' un topo che si desta.
[...]
Se poso la penna, il silenzio lo inquieta. Se invece lo riprendo, lui crede forse che ci sia in qualche parte un altro topo, e torna tranquillo.
Poi non lo rivedo più. [...] Bisogna che continui a scrivere e per timore che mi abbandoni alla mia noia di solitario, traccio dei segni, dei scarabocchi, piccoli piccoli, fitti fitti, così come lui rosicchia." *******



* Anthologia Latina, I 1, p.226, Aenigm. XVI 
** Costanzo Pulcarelli (Massalubrense 1568 - Napoli 1610)
*** Antologia Palatina, Antifane, XI 322
**** Orazio, Epistole, I 20, 3-13
***** Ausonio, Epigrammi
****** Marziale, Apophoreta XIV 37
*******Jules Renard, Storie naturali



Bibliografia
Enzo Puglia, Il libro offeso. Insetti carticoli e roditori nelle biblioteche antiche. Napoli, Liguori Editore, 1991



           

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