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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Il tarlo della corrosione

          Prima di salutarvi per le vacanze e aspettarvi a settembre con nuovi articoli e approfondimenti sulla conservazione e il restauro degli Statuti di Sant'Agata, vi lascio con un post divertente ed ironico nel quale si parla di danni ai libri provocati da insetti e roditori.         Per farlo, mi servirò della 'voce' di poeti latini e greci che già nell'Antichità lamentavano con i loro epigrammi come non fosse del tutto vero che scripta manent, dal momento che papiro e pergamena erano frequentemente attaccati da insetti carticoli che ne minacciavano il loro destino.          Nell'antichità come ai giorni nostri, tarli e altri simili animali furono simbolo diffuso dell'azione devastatrice e inarrestabile del tempo, così come ci hanno tramandato celebri poeti nei loro componimenti: " Le lettere mi hanno nutrito, ma cosa sia una lettera io nemmeno lo so; ho vissuto tra i libri, ma non per questo sono più dedito allo studio; mi son cibato

Avaro agricoltor non fu mai ricco*

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De accuse et Denutie de li damnificati contro li Saltari...                            In un'epoca caratterizzata da carestie in grado di compromettere il raccolto di un'intera annata, tanto da mettere in serio pericolo la sopravvivenza di una società già minacciata dal propragarsi di epidemie trasmesse da animali domestici e dal bestiame, non ci stupiamo che un intero libro degli Statuti sia dedicato alla trattazione delle pene riservate a coloro che contribuivano volontariamente, in prima persona, a mettere a repentaglio il raccolto altrui, per invidia, cattiveria o altra ragione poco nobile.              In un'epoca caratterizzata da una tecnologia primitiva e poco efficiente, non sorprende che venisse prevista una punizione anche per coloro che volontariamente facessero ammalare o morire un'animale da soma, oppure un animale che avrebbe rappresentato fonte di cibo tanto per la mensa quotidiana, quanto per le riserve future.                Ci avviamo, pe