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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Siamo fatti cosí: il libro, anatomia di un manufatto inimitabile

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Uno, molti, diversi:  i libri, non solo esternamente, non sono tutti uguali Nei post precedenti ci siamo soffermati sul ‘contenuto’ degli Statuti della Terra di S.Agata. Prima di dedicare altre pagine all'approfondimento delle norme che hanno regolato la vita dei cittadini per oltre due secoli, vorrei aprire una digressione a mio parere necessaria: come si è arrivati a produrre il libro nella forma e nella struttura che tutti conosciamo? Quello che seguirà non sarà certamente un post esaustivo dell’argomento: vuole semplicemente offrire una breve panoramica di una vera e propria ‘innovazione tecnologica’ che ha permesso al sapere di diffondersi e - in questo caso - alla ‘legge’ di essere conosciuta e applicata*. Fin dall’antichità, per trasmettere un messaggio, per scrivere una storia, ma anche per annotare i conti di casa o vergare un documento ufficiale, gli uomini hanno inciso, dipinto o scritto sui supporti più disparati: dalle pietre alle pelli, dalle tavolett

Andiamo a comandare

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Prima di affrontare nel dettaglio gli argomenti dei quattro libri che costituiscono gli Statuti oggetto di questo blog, credo sia opportuno soffermarsi un momento per comprendere meglio il contesto storico che ne ha favorito la concessione e, in seguito, la riconferma da parte dei vari successori della casata Estense*. S.Agata, come ricorderete, il 23 settembre 1440  venne venduta da Papa Eugenio IV agli Estensi - nella persona di Niccolò III D’Este -, per la cifra di undicimila ducati d’oro. Sotto l’egida di Ferrara, i cittadini di S.Agata si sentirono protetti e al sicuro, se si escludono episodi di carattere internazionale come la ‘ discesa ’ in Italia di Carlo VIII e le scorrerie del Valentino alla volta di Imola. L'emanazione degli Statuti, pertanto, si inserisce in un contesto di relativa tranquillità sia fuori che dentro i confini del paese. Veniamo ora al contenuto del Libro Primo , nel quale vengono definiti in dettaglio i termini di governo della città.

Una terra, un duca e due statuti

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"Hercules Dux Ferrarie Mutine, et Regii Marchis esten comesque rodigii &tc Suplicaverunt nobis Homines communis nostri Sancte Agathe Proviencie Romandiole nobi dilectissimi pro infrapta confirmatione, et Statutorum suorum approbatione a nobis obtinenda. [...] Datum Ferrarie in Palatio Curie Nostre. Anno Dominice Nativitatis milesimo quadrigentesimo octogesimo septimo Indictione quinta. Die decimo septimo Mensis Septembre".   f.1verso. Datazione degli Statuti, con indicazione dell'abbreviazione dell'ignoto copista Fran.   Così inizia e finisce l'incipit del codice contenente gli Statuti della Terra di Sant'Agata, emanato dal Duca Ercole I d'Este sul finire del quindicesimo secolo (17 settembre 1487). Perché parlare di Statuti in questo blog? Che cosa rende questo argomento così stimolante anche ai nostri giorni? Per comprenderne le ragioni, dobbiamo innanzitutto fare un accenno al contesto urbano dell’Italia in quel periodo