Cinquanta sfumature di pergamena

Codice durante le fasi di restauro del supporto scrittorio
 

L'esemplare più antico dei due codici contenenti gli Statuti della Terra di S.Agata è interamente composto di pergamena, un materiale scrittorio di origine animale, a differenza della carta che si ricava da fibre vegetali.

Primi fogli del codice durante il restauro

 
Nelle sue Naturalis Historia (libro XIII, 11, 70) lo storico romano Plinio il Vecchio ci racconta che Tolomeo V, faraone d'Egitto, per ostacolare lo sviluppo della biblioteca del rivale Eumene II, re di Pergamo (197-158 a.C.), avesse vietato l'esportazione di papiro a quest'ultimo. 
Per aggirare un embargo che avrebbe di fatto posto un freno non solo all'attività letteraria e culturale della vivace città, ma anche alle dinamiche commerciali, il re, in sostituzione del papiro, avrebbe allora usato della pelle animale opportunamente tensionata e lisciata. Il nome di pergamena dato a questo substrato forte e flessibile, resistente e duttile, deriverebbe dunque da Pergamo.
Non sappiamo quanto fondamento di verità vi sia in questa storia tramandata dallo storico Plinio: per certo, sappiamo che a  Roma la pergamena era sicuramente presente già nel I sec. a.C., come ci informa il poeta Orazio (Satirae, II, 3, 1-2) che la chiama membrana, sebbene questa venisse usata preferentemente per le minute come succedaneo delle tavolette cerate.

Il metodo di preparazione della pergamena ci è stato tramandato da alcuni manoscritti, il più antico dei quali è il Codex 490 della Biblioteca Capitolare di Lucca, databile tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo:
Pergamena quomodo fieri debeat. Mitte illam in calcem et iaceat ibi per tres dias. Et tende illam in cantiro (= catino). Et rade illam cum nobacula (= rasoio) de ambas partes et laxas dessicare. Deinde quodquod volueris scapilatura, facere, fac; et postea tingue cum coloribus.

Ulteriori notizie sulla preparazione di questo supporto scrittorio si possono trovare nelle tavole dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, dove vengono descritte tutte le fasi lavorative.

Di seguito ho riportato un video che sintetizza il processo di manifattura.



Come si vede, le prime fasi del procedimento coincidevano con quelle della preparazione del cuoio: lavaggio ed immersione in uno o più bagni successivi di idrossido di calcio per sciogliere il grasso e agevolare il distacco dei peli dai follicoli; depilazione manuale o con l'ausilio di appositi strumenti (coltello a mezzaluna).
La pergamena doveva essere necessariamente asciugata sotto tensione in telai rettangolari o circolari per far sì che le fibre di collagene si "orientassero" e per ottenere una superficie opaca adatta a ricevere la scrittura su ambo i lati.

Da un unico animale (ovino, bovino o caprino), si ricavavano uno o più fogli, a seconda della dimensione dello stesso. 
Su un foglio di pergamena è possibile distinguere diverse zone dell’animale di provenienza, come la linea della schiena (la parte più robusta e spessa della pelle, scura e con un’alta concentrazione di follicoli piliferi sulla parte pelo), gli scalfi (le zone dove si trovavano le zampe), la spalla, l’anca, il collo… ed ognuna di esse presenta un suo spessore e robustezza.
A seconda della disposizione dei bulbi piliferi sulla superficie, è addirittura possibile distingure l’animale di provenienza.

In un foglio di pergamena si distingue facilmente il 'lato carne' - generalmente più giallo - dal 'lato pelo': nella confezione del codice di pergamena lo scriba faceva in modo che le due pagine contigue presentassero lo stesso 'lato di origine' per evitare l'effetto antiestetico di due colorazioni differenti (Regola di Gregory).

Dal punto di vista chimico-fisico, la pergamena è costituita da collagene, una proteina a carattere fibroso. La disposizione spaziale delle fibre - legate tra loro da legami idrogeno -, ha permesso a libri e documenti, in normali condizioni di conservazione, di resistere molto bene all’uso e al deterioramento mostrando quanto questo materiale sia più resistente ed affidabile della carta.

Anche per questa ragione, la pergamena si diffuse rapidamente e senza ostacoli in tutto il mondo antico, sostituendo il papiro e gli altri supporti scrittori.

In seguito all'affermazione della carta come supporto scrittorio a partire dal XII secolo, si continuarono a vergare documenti di carattere giuridico e legale principalmente su pergamena, considerata più duratura, così come stabilito anche dall'imperatore Federico II con un decreto del 1231 che proibiva ai notai di scrivere gli instrumenta publica su charta papyri.
Similmente, uno statuto di Padova del 1236 dichiarava nullo ogni documento scritto su carta.

Vedremo in un post dedicato quali sono le insidie di carattere ambientale che possono mettere a repentaglio la conservazione di un documento membranaceo.





Bibliografia

Carlo Pastena, Breve storia dei materiali scrittori dalle origini al XV secolo. Palermo  2001
Marilena Maniaci,  Archeologia del manoscritto. Metodi, problemi, bibliografa recente. Roma, Viella, 2002



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