Il kit del perfetto restauratore

Codice membranaceo durante la fase di restauro

           Ormai sarete curiosi di sapere in che modo sono stati restaurati i nostri Statuti: prima però, approfondiamo quale sia il kit di un professionista del settore per portare a termine un intervento di restauro librario.

Di quali strumenti e materiali ci si serve, dunque, per espletare le operazioni di restauro?
Già la scelta dei materiali da utilizzare implica una verifica meticolosa delle loro caratteristiche chimico-fisiche: essi devono essere il più possibile simili a ciò che si deve restaurare oltre a  garantire una certa durabilità nel tempo.
Il deterioramento dei volumi antichi, infatti, è spesso imputabile alla presenza di sostanze modificate: per questo motivo è importante che le componenti dei materiali utilizzati per il restauro siano chimicamente stabili, non particolarmente appetibili per gli insetti e resistenti all'uso e all'invecchiamento naturale.
Innanzitutto la carta: per le integrazioni ne utilizziamo una particolare chiamata "carta giapponese", ovvero di una tipologia di carta particolare (ne esistono centinaia di varietà che si distinguono per grammatura, finitura, colore, eccetera) fabbricata rifacendosi alle tecniche tradizionali ma, utilizzando al posto degli stracci, arbusti orientali opportunament trattati in maniera da ottenere fibre di cellulosa integre e di lunghezza e resistenze notevoli.



Per la velatura di un foglio si utilizza della carta giapponese sottile ma resistente così da non oscurare il testo, pur garantendo una certa resistenza allo strappo

            Anche i cartoni per il restauro (durevoli per la conservazione) sono fabbricati impiegando fibre vegetali, perlopiù di cotone.
La pergamena viene utilizzata principalmente per i restauri (rattoppi su coperte originali) e per la fattura di nuove coperte di pergamena.
I restauri su documenti o pagine di pergamena sono invece realizzati sovente con carta giapponese perché le pergamene di fabbricazione moderna non presentano le medesime caratteristiche di elasticità e di resistenza di quelle antiche.


Lacuna di un foglio del codice membranaceo mentre viene risarcito con carta di adeguato colore e spessore


               Infatti, benché il processo di fabbricazione si sia mantenuto pressoché inalterato, la necessità di accelerare la produzione ha determinato l'utilizzo di sostanze chimiche, soprattutto per la depilazione e per lo sbiancamento, che indeboliscono la pergamena e la rendono meno duttile ed elastica.
La pelle utilizzata per il restauro dovrebbe essere conciata impiegando solo sostanze naturali: i concianti chimici, infatti, sono responsabili di processi di deterioramento, perdita d resistenza ed altro.

Coperta del codice membranaceo durante il restauro

Angolo della coperta integrato: viene ulteriormente tinto per uniformarlo alla pelle dell'originale

               Tra i concianti naturali ricordiamo i sali di allume che rendono la pelle particolarmente elastica e di un caratteristico colore biancastro. La pelle, così trattata, non viene sottoposta ad ulteriori tinture.
I fili e le corde utilizzati per la cucitura e per i capitelli sono costituiti da fibre vegetali: canapa, cotone, seta, lino.

Cucitura del capitello della copia membranacea, secondo i colori originali


Anche le stoffe impiegate per il rivestimento delle coperte o per la confezione delle scatole di custodia sono tessute utilizzando fibre naturali.


Scatola bivalve conservativa del codice membranaceo


               Per coperte di fattura di tipo medievale, e/o di notevoli dimensioni possono essere utilizzati piatti lignei: il legno deve essere non resinoso, ben stagionato e opportunamemente tagliato seguendone le venature.
Per la reintegrazione di assi (piatti lignei) antiche lacunose si avrà cura di impiegare legno del medesimo tipo.
Cunei lignei sostituiscono talvolta i chiodi per il fissaggio di nervi, di borchie e di altri elementi della legatura.

Assi lignee del codice membranaceo durante il restauro

Pulitura delle assi lignee durante il restauro


              Per il rifacimento degli elementi metallici della coperta, come cantonali, borchie  e fibbie, o per la loro parziale ricostruzione si utilizzano preferibilmente metalli poco ferrosi, isolandoli comunque dal blocco delle carte.


Pulitura di placca metallica con microtrapano

            Un foglio in buona salute è innanzitutto pulito: per migliorare la "respirazione" talvolta è sufficiente eliminare la polvere superficiale con un pennello a setole morbide, inglobare le particelle di polvere con una speciale gomma e asportare i "residui" del passaggio degli insetti aiutandosi con uno strumento metallico appuntito (bisturi o spatola).

Pulitura a secco


            Per macchie dannose, che nel tempo oltre a scurire la carta riescono addirittura a perforarla, si utilizzano alcuni solventi applicati su una speciale tavola munita di un sistema di aspirazione mecanizzata, che consente di farli agire solo sulle macchie senza coinvolgere e compromettere il resto del foglio.
I solventi disidratano la carta per cui al loro impiego è necessario fare seguire dei lavaggi.
L'acqua, già utilizzata per la fabbricazione della carta, è una grande alleata del foglio: penetrando tra le fibre asporta sia lo sporco che i prodotti di degrado della cellulosa. Inoltre, se in fase di lavaggio aggiungiamo all'acqua una riserva alcalina, come ad esempio l'idrossido di calcio, il nostro foglio risulterà rinvigorito e pronto ad affrontare altri secoli di vita.
Durante il lavaggio, è indispensabile utilizzare supporti di tessuto non tessuto (rete di poliestere) per maneggiare i fogli senza produrre danno.


Applicazione nebulizzata di un solvente su tavolo aspirante


Asciugatura controllata dei fogli su telai e carta assorbente

            Per pulire, distendere e reidratare la pergamena si usa ancora acqua, ma sotto forma di "vapori freddi" in apposite celle di materiale isolante, utilizzando umidificatori a ultrasuoni  o speciali membrane in Gore-tex che lasciano passare l'umidità in maniera estremamente controllata.
Per irrobustire ulteriormente la carta, per il restauro dei fogli e per la legatura, si usa un collante sintetico (in concentrazioni differenti a seconda dell'impiego) a base di metilcellulosa, sostanza adesiva con caratteristiche chimiche similari a quelle della carta, oppure amido di riso, dal potere adesivo ancora più elevato e dalle caratteristico bio-chimiche eccezionali.

Gli utensili utilizzati oggi dai restauratori per le operazioni di restauro non differiscono molto da quelli utilizzati da un artigiano medievale: aghi, aghi curvi, telai, fustelle, spatole, stecche d'osso (o di teflon), bisturi, pinzette; ma non mancano attrezzature moderne quali microtrapani, microscopi, umidifatori a ultrasuoni, ...

Nel prossimo post vedremo nel dettaglio i diversi passaggi di un intervento di un restauro.

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