Esemplare in pergamena: stato di conservazione prima del restauro

            Vediamo ora come si procede per un intervento di restauro:
La prima fondamentale operazione è quella di fotografare e descrivere il documento da restaurare: è bene che la documentazione fotografica segua tutte le fasi del restauro, per testimoniare le modifiche intervenute durante le singole fasi.
Si procede poi a compilare una scheda progetto nella quale vengono annotate tutte le  informazioni storiche, le tecniche di costruzione e i materiali di cui è composto il libro da sottoporre a intervento.

Nel caso dello statuto in pergamena, abbiamo un volume rilegato in pelle con impressioni a secco che misura 27,80 x 21,30 x 3,50 cm.



Nelle foto: coperta anteriore, coperta posteriore e taglio di testa


Compito del bibliotecario-restauratore è quello di descrivere in maniera chiara e univoca lo stato di salute del libro così da poterne prescivere la terapia, indicando la procedura e le soluzioni più adeguate. Dalle immagini si vede come la pelle della coperta sia secca, usurata sul dorso ed abrasa in più punti: in corrispondenza degli angoli del piatto siamo in presenza di vere e proprie lacune con conseguente esposizione delle assi sottostanti, a loro volta non più integre.




















 La cuffia del dorso, invece, rivela un precedente restauro.



Gli elementi metallici sono assenti nel piatto anteriore, mentre in quello posteriore mostrano evidenti segni di usura e ossidazione.





Le assi lignee, probabilmente di recupero da un codice precedente, risultano entrambe spezzate longitudinalmente.
Presentano inoltre, sul piatto posteriore, degli alloggi per due sigilli ora mancanti.



Le controguardie anteriori e posteriori si presentano gravemente danneggiate da estese lacune di origine probabilmente biologica (morsi di roditori).
Sono altresì evidenti gore e macchie di umidità.




La cucitura, su tre nervi doppi in pelle allumata è spezzata in corrispondenza della cerniera: il corpo del libro pertanto non è più ancorato alla coperta.





I capitelli di testa e piede, con una cucitura secondaria di colore giallo e verde chiaro, non sono più ancorati al corpo del libro.





Il manoscritto consta di 76 carte manoscritte e numerate; i media utilizzati vanno dall'inchiostro metallo-gallico che ha prodotto perforazioni e perdita di supporto in alcune carte, a pigmenti di varia natura (rossi, viola, verdi e blu) per le rubriche e le miniature.



I margini riportano annotazioni manoscritte di epoca posteriore. Alcune righe di scrittura, sbiadite con il tempo, sono state ritrascritte, probabilmente nel momento in cui gli Statuti sono stati ricopiati dall'Azzaroli.





L'aspetto della pergamena si presenta piuttosto logoro e sporco, soprattutto in corrispondenza degli angoli e dei margini.





Una volta completata la scheda progetto, si stabilisce la tipologia e la procedura di restauro più adeguata, tenendo presente che ogni libro è un oggetto a sé e che pertanto le decisioni vanno prese considerando una serie di fattori: la storia del documento, il suo valore storico-documentario, la frequenza d'uso, ...

In linea di massima si distinguono due tipologie di intervento: con e senza smontaggio di legatura e cucitura.
Il restauro completo, che interessa tutte le parti del volume e a volte porta alla sostituzione di alcuni elementi non più funzionali (soprattutto supporti di cucitura ed eventualmente della coperta), è da preferire soltanto quando non vi siano soluzioni meno invasive e più rispettose dell'unicità dell'oggetto-libro: occorre sottolineare, infatti, che quando parliamo di restauro, intendiamo il restauro conservativo che ha lo scopo di conservare e tramandare quanti più elementi originali del documento.

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